Brevi cenni di anatomia:

Gli alpaca sono pseudo ruminanti, infatti hanno solo 3 stomaci anziché i 4 presenti nei ruminanti propriamente detti, lo stomaco dei camelidi risulta infatti diviso in tre concamerazioni: rumine, reticolo ed abomaso (rispettivamente C1, C2, C3) è assente l’omaso, il quarto stomaco dei ruminanti; di questi tre, soltanto l’abomaso è un vero e proprio stomaco con ghiandole  secernenti succhi gastrici, gli altri due svolgono un ruolo importante nella trasformazione chimica del cibo ingerito grazie all’azione di batteri, nelle pareti del rumine sono presenti celle acquifere, che permettono l’accumulo di riserve d’acqua prelevate dall’alimento ed indispensabili per la sopravvivenza in ambienti aridi.

Gli Alpaca sono “Artiodattili” hanno un numero pari di dita per ogni piede e “Tilopodi” a livello plantare infatti presentano un cuscinetto calloso idoneo ad attutire i colpi, questa caratteristica permette loro di non danneggiare il terreno e di preservare il pascolo.

La vita media di un alpaca è di 20 anni.

La riproduzione:

cria otello e persia

Le femmine di alpaca raggiungono la maturità sessuale intorno i 14-18 mesi di vita, è buona norma però non farle accoppiare fino a che non hanno raggiunto il peso minimo di 40/45kg. Accoppiare una femmina troppo giovane o sotto il peso indicato può portare a problemi nella eventuale gravidanza e alla femmina stessa, con infezioni, interruzione di gravidanza, danni all’apparato riproduttivo stesso, anche permanenti.

Le femmine hanno l’ovulazione indotta dall’atto di monta e non hanno un ciclo come altri animali, l’ovulo infatti viene prodotto grazie al ph dello sperma del maschio e pare accertato avere un ruolo nella produzione dell’ovulo anche il verso di richiamo “orgling” prodotto dal maschio nei confronti della femmina.

Il maschio di alpaca è sessualmente maturo in genere a 24-36 mesi, ma non sono impossibili casi di femmine ingravidate da maschi più giovani. Il maschio ha una eiaculazione costante di piccole quantità di seme che introduce nella femmina durante l’atto riproduttivo che può durare fino a 45 minuti.

Tutte queste caratteristiche sono, come si può capire, di non poco ostacolo ai metodi riproduttivi artificiali.  Esiste tuttavia un metodo procreativo artificiale che ha avuto discrete percentuali di successo è  l’embrio-transfert, che consiste nell’innestare l’embrione di una femmina e di un maschio di ottima genealogia in un’altra femmina con una genealogia inferiore.

Maggiori accoppiamenti daranno una maggiore garanzia che la femmina sia rimasta incinta. Dal momento che la femmina però ha avuto l’ovulazione  e mantenuto la gravidanza allontanerà il maschio attraverso lo sputo.

Le gravidanze hanno la durata di 11 mesi, 11 mesi e mezzo circa e viene generalmente partorito un solo piccolo chiamato CRIA, i parti gemellari sono rari e spesso risultano rischiosi sia per i piccoli che per le madri.

Caratteristica dell’Alpaca è di partorire prevalentemente di giorno, specialmente al mattino, questo deriva dal loro essersi adattati ad ambienti ostili come gli altipiani andini, dove le temperature subiscono un brusco sbalzo termico tra giorno e notte; partorendo di giorno quindi si garantiscono al piccolo quelle ore di caldo che gli permetteranno di alzarsi e cercare il latte della mamma entro un’ora, un’ora e mezza.

La femmina sarà pronta per una nuova gravidanza dopo circa 2/3 settimane dal parto, ma è consigliabile lasciare che si occupi del piccolo fino allo svezzamento. Il cria viene svezzato naturalmente dalla madre intorno i 7-10 mesi di età, se necessario lo svezzamento può avvenire anche intorno ai 6 mesi, in base a dimensioni e maturità del piccolo e se la salute della madre richiede un suo allontanamento.

I giovani alpaca sono chiamati in modo diverso a seconda delle età:

un alpaca appena nato fino allo svezzamento 6/7 mesi si chiama Cria

 mentre tra i 6 e i 12 mesi viene chiamato Tui .

Particolarità nella gravidanza di una alpaca è quella del riassorbimento del feto in caso di sua interruzione, anziché l’aborto come succede per gli altri animali; per accertarsi che la gravidanza stia procedendo naturalmente, si possono adottare almeno tre accorgimenti: il primo è un metodo empirico, il più usato, ma che non dà una garanzia totale, si presenta il maschio alla femmina più volte nel tempo e come visto se la femmina lo rifiuta è buon indice di gravidanza in corso; gli altri due metodi hanno base scientifica e la loro attendibilità certa: si procede ad analisi del sangue in cerca del  progesterone, ormone della gravidanza prodotto da placenta e corpo luteo oppure, potendone avere la possibilità, si effettua una ecografia.