L’alpaca ci dona una delle fibre più pregiate al mondo, quella che veniva chiamata dagli Inca “l’oro degli Dei” e solo l’imperatore e la famiglia reale potevano rivestirsi di tanto pregio. La sua finezza si misura in Micron, che  corrisponde ad un millesimo di millimetro, La fibra di alpaca più fine mai testata nei tempi moderni è intorno i 13 micron e mezzo, per avere un paragone possiamo compararla alla finezza media del capello umano, che corrisponde circa a 40-90 micron. viene chiamata “fibra” in quanto la sua struttura è molto più simile al pelo o al capello che non alla lana. la fibra di alpaca, oltre ad essere circa 5 volte più calda della comune lana, è al tatto molto più soffice e setosa rispetto alla lana della pecora e ciò deriva in parte dalla differenza nella struttura fisica della fibra, in parte dal fatto che la fibra di alpaca non contiene lanolina, risulta essere per questo anche più lucida e luminosa, oltre che anallergica queste caratteristiche saranno trasferite al filato e in seguito al prodotto finito donando grande valore ai manufatti in fibra di alpaca. Anche la fibra di alpaca della più bassa qualità sarà sempre migliore della classica lana di pecora, per cui per tutta la fibra di alpaca c’è un utilizzo, anche per quella di minore qualità.

classificazioni della fibra di alpaca in base alla finezza:

  • Royal Alpaca – Più fine di 18 micron

  • Super Fine / Baby Alpaca – più fine di 20 micron

  • Fine – più fine di 25 micron

  • Medium – sotto i 30 micron

  • Strong – dai 30 micron in su

La possibilità di avere un range di colori così vario permette di evitare la colorazione rendendo il prodotto finale ecosostenibile e biologico, evitando trattamenti chimici o naturali, che ne altererebbero comunque i grandi pregi.
Il risultato finale sarà un tessuto con una spiccata dote di isolamento termico, anallergico, che non restringe, non pizzica, come invece fa la lana di pecora e con una vita media lunghissima rispetto ad altri filati. Per tutto questo è adatto a stare a contatto con la pelle delicata dei neonati.

Il Perù, maggior produttore al mondo, non è ancora riuscito ad ottenere filati di alta qualità, purtroppo In Italia si produce invece troppa poco fibra, con un livello qualitativo che comunque sta negli anni crescendo, grazie all’attenzione di alcuni allevatori che si stanno impegnando a selezionare animali con fibra sempre più pregiata.

Sono ben 22 i colori riconosciuti a livello internazionale

Fibra nella razza Huacaya

Un alpaca femmina produce dai 2.5kg ai 3kg in un anno,un maschio anche 4.

  • Densità: determina la quantità di pelo per cm2 e quindi la quantità di fibra vendibile;

    E’ possibile valutare la densità di un alpaca con metodi pratici e non invasivi, per esempio facendo pressione sul manto e testandone la resistenza prima di arrivare a toccare il corpo dell’animale, oppure aprendone il vello per sentire se si incontra “resistenza” nell’apertura delle fibre. A livello visivo un alpaca con fibre ordinate è sicuramente più denso rispetto ad un alpaca con un vello “disordinato”

  • Staples: è caratteristica di un vello ad alta densità, infatti le fibre che crescono ben allineate si raggruppano in un piccolo ciuffetto compatto che ha l’aspetto di un “fiammifero” chiamato appunto “staple” è una caratteristica visibile ad occhio nudo.

  • Finezza: la sua unità di misura è il Micron (pari a 1 milionesimo di metro) e determina il valore del vello per  unità di peso, più fine è la fibra più alto sarà il suo valore al chilo, di conseguenza influisce sul reddito dell’allevatore. La finezza della fibra di un alpaca può essere fortemente influenzata da fattori, come stress, alimentazione, nascita, svezzamento, fattore ambientale, malattie, trasporti, con l’aumentare dell’età poi si avrà un conseguente aumento dei micron e quindi minor finezza

    E’ buona norma, al momento della scelta di un animale da acquistare, richiedere l’analisi della sua fibra e quella dei suoi genitori in modo da avere una proiezione su come evolverà la fibra di quell’esemplare in base a come sono evolute rispettivamente le fibre dei suoi genitori, questo infatti può dare un’indicazione sulla possibile evoluzione della finezza durante la crescita dell’animale.

    L’allevatore dovrà tener conto dei fattori di stress e valutare se la finezza è diminuita o aumentata in base a fattori esterni. La finezza all’interno di un intero vello o campione viene chiamata AFD, finezza media.

  • Sofficità: è legata alla finezza, più soffice si presenta al tatto più avrà un basso micronaggio;

  • Struttura e Crimp: Il crimp è un andamento a zig-zag che si ha lungo tutta la lunghezza di una fibra, ed è un altro fattore fondamentale perché indicatore di alcune caratteristiche importanti che insieme determinano lo stile di crimp.

    Si misura in frequenza e ampiezza

A sinistra bassa frequenza a destra alta frequenza

Esempio di ALTA FREQUENZA in un campione di fibra di alpaca

  • La curvatura è Il valore legato al crimp, ovvero il numero di crimp per mm quadrato, quindi più è alta la curvatura più sarà alta la frequenza dei crimp per mm.

    Le fibre con crimp ad alta frequenza crescono in maniera ordinata e quindi tenderanno a crescere meglio e più lunghe, ma le fibre, per crescere in maniera ordinata devono essere caratterizzate anche da alta densità per cm quadrato, per cui ecco che densità, finezza e lunghezza sono legate strettamente al crimp.

  • Mancanza di medullazione: Il manto dell’alpaca è composto di fibra primaria e fibra secondaria. La fibra secondaria è quella che compone la maggior parte del vello ovvero quella “buona”, mentre le fibre primarie, chiamati anche “peli di guardia” sono delle fibre grossolane, diametro in genere >30 micron, che spuntano dritte dal vello e sono ruvide, si trovano su collo, zampe e pancia. Spesso se il diametro di queste fibre è molto alto risulteranno cave all’interno, in questo caso vengono definite “fibre medullate”, cioè contenenti  midollo, in particolare la presenza di queste fibre sono un grosso problema perché influenzano negativamente il risultato finale del filato. L’obbiettivo dell’allevatore è eliminare le fibre medullate, ma non del tutto le fibre primarie. Le fibre primarie infatti servono all’animale per la regolazione della temperatura e per la secrezione di alcuni ormoni, per cui, come è stato fatto con le pecore merino, sarebbe utile affinare i peli primari portandoli allo stesso micronaggio delle fibre secondarie, così da non dover intervenire manualmente per rimuovere queste fibre dai velli prima della lavorazione.

  • Lucentezza: è la quantità di luce riflessa sulla fibra, qualità che è particolarmente visibile quando la fibra diventa un indumento; anche la lucentezza è influenzata da fattori ambientali, come stress e alimentazione, un animale sano e con un’alimentazione regolare tenderà a mantenere lucentezza nel suo vello, sempre però che ne sia geneticamente caratterizzato, la selezione genetica è fondamentale quando si parla di lucentezza, anche se non è una caratteristica facile da trasmettere alla progenie, una buona ed equilibrata alimentazione incide favorevolmente sulla lucentezza di un vello, ma se un animale giovane e in salute non ha la lucentezza nel suo DNA, sarà impossibile fargliene acquisire con l’alimentazione. La lucentezza è una di quelle caratteristiche che si ripercuote sul prodotto finale, per cui occorre tenerla in considerazione.

  • Uniformità di micronaggio: E’ una qualità che si può evidenziare tramite analisi della fibra attraverso i valori SD e CV ed è una delle caratteristiche più importanti, infatti le lavorazioni richiedono fibra uniforme o con il minimo di variazione di micronaggio, nel caso il vello subisca molto queste variazioni, lo stesso subirà un deprezzamento sul mercato a causa della scarsa lavorabilità dello stesso, durante la lavorazione infatti le fibre vengono messe “sotto sforzo” e le parti più sottili del vello si romperanno, mentre le parti più resistenti rimarranno intatte. Il risultato sarà un filato non uniforme e debole. E’ preferibile avere un vello non particolarmente fine ma uniforme, piuttosto che un vello caratterizzato da così tanta variabilità.

  • Uniformità di colore: Un colore uniforme è preferito dall’industria.

  • Uniformità della lunghezza: La fibra cresce di circa 1 cm al mese. Dopo un anno di crescita tutte le fibre dovrebbero essere della stessa lunghezza.

  • Colore: Il vello del Huacaya è disponibile in 22 tonalità standardizzate di colore che vanno dal bianco al nero. Tra di esse vi sono varie sfumature di Fawn (cerbiatto), marrone, grigio e grigio rosato. Gli animali possono essere di colore solido o combinazioni di succitati colori, menzione a parte sono gli alpaca Appaloosa che hanno la particolarità di avere il vello a macchie più o meno grandi grazie ad una concatenazione di geni nel DNA chiamata “gene leopardo”, questo gene non solo conferisce le macchie, ma sembra dare altre caratteristiche che solo questi animali sembrano avere.

La Tosatura
La Lavorazione